Lucio Settimio Severo, l’Imperatore che inventò Albano

Lucio Settimio Severo L'Imperatore che inventò Albano

Lucio Settimio Severo
L’Imperatore che inventò Albano

Il 4 febbraio del 211, a York in Britannia, morì Lucio Settimio Severo, Generale romano che divenne Imperatore .

A 1800 anni dalla sua morte, il 4 febbraio 2011, presso la sala conferenze del Museo Civico di Villa Ferrajoli, la Città di Albano Laziale, la Presidenza del Consiglio Comunale, i Musei Civici di Albano Laziale e l’Associazione Culturale C.E.S.A.R., hanno voluto ricordare l’uomo nato nel 146 a Leptis Magna da famiglia di ordine equestre, che cresciuto nell’ambito militare divenne Generale delle Legioni, Senatore e Imperatore romano prendendo il potere forte dell’apparato militare e di fatto esautorando i pretoriani, fattore decisivo negli equilibri del potere nel dopo Marco Aurelio e ancor più durante Commodo.

La scelta di farsi appoggiare dalle Legioni e ancor più la ridefinizione strategica della presenza militare su di un territorio, che ormai si estendeva su tutto il bacino mediterraneo, fino all’attuale Siria e Armenia, comprendendo tutto l’Egitto fino al Marocco, parte della Germania e l’Inghilterra, risultò decisiva per Roma, ma soprattutto per Albano.

Vicina al centro dell’Impero, sulla Regina Viarum, strategicamente in una posizione dominante, parte integrante della Villa Domizianea, la scelta dell’attuale centro di Albano per la costruzione del Castra fu la naturale conclusione di chi voleva imporre il proprio dominio.

Il tempo, le invasioni, le guerre nei secoli, per ultimi i bombardamenti e le speculazioni edilizie, oggi non rendono merito a  quello che fu l’unico accampamento di legionari sul suolo italico e il convegno promosso da Francesco Saverio Teruzzi e dall’archeologa Sara Pizzimenti, unito all’apertura straordinaria dei Musei e dei siti dei Cisternoni e della Rotonda, con visite guidate, il sabato pomeriggio, ha voluto fare il punto sull’attuale situazione archeologica di Albano, oltre che omaggiarne il “padre”.

Gli interventi che si sono succeduti, dopo i saluti del Sindaco Nicola Marini e del Presidente del Consiglio Massimiliano Borelli, hanno voluto, con la presentazione del nuovo Responsabile dei Musei Civici l’architetto Michela Pucci e l’informativa sulle attività museale da parte della dottoressa Roberta Trombetta, responsabile delle attività didattiche, sottolineare l’intenzione di offrire una svolta in senso di apertura delle strutture civiche verso i cittadini, gli studiosi e i semplici appassionati della storia di Albano.

Ma il convegno, sostenuto da numeroso pubblico, ha tratto forza dagli interventi degli esperti che hanno definito il contesto nel quale Settimio Severo raggiungeva il potere e le scelte di tattica militare decise per mantenerlo, oltre che l’apertura verso le province di estremo oriente con l’assunzione dei costumi e dei culti attraverso una decisa opera sincretica, grazie all’ex-direttore del Museo Civico di Albano Laziale Roberto Libera e dell’archeologa Simona Carosi collaboratrice del Museo e dottore di ricerca de La Sapienza. Entrando poi nello specifico del Castra Albana con le archeologhe Alexandra Busch, dell’Istituto Archeologico Germanico, e Silvia Aglietti, collaboratrice della Soprintendenza dei Beni Archeologici del Lazio, con un’attenta analisi, corredata da numerosi documenti fotografici, topografici gps e tomografici, del territorio e del complesso sia esterno che interno della fortificazione; sottolineandone l’imponenza, la funzionalità, la tecnica di costruzione e avanzando delle nuove ipotesi sulla struttura e la destinazione d’uso di alcune parti, rivendicando la possibile appartenenza alla precedente villa domizianea non solo del Ninfeo della Rotonda, ma anche dei Cisternoni; la conformazione della Porta Principale sinistra in un unico arco con torre o torri vicino; il superamento dell’inclinazione del territorio anche attraverso seminterrati e piani sovrapposti, ecc. L’intervento successivo della dottoressa Giuseppina Ghini,  Direttore Archeologo Coordinatore con competenza sull’area dei Castelli Romani della Soprintendenza dei Beni Archeologici del Lazio, veniva seguito con particolare attenzione mettendo in luce, anche grazie ad ampio materiale fotografico, gli scavi preliminari e solo conoscitivi del sito conosciuto come Campo Boario. I rilevanti ritrovamenti che di fatto avevano bloccato la costruzione del parcheggio multipiano finanziato dalla Provincia di Roma, oggi offrono la possibilità di studiare una necropoli del III secolo d.c., di emozionarsi di fronte alla dedica marmorea di un legionario verso la figlia deceduta a 5 anni e di gettare le basi per la costruzione di un parcheggio “intelligente” che nel sottosuolo conservi un museo e il ricordo dei primi abitanti di Albano.

La chiusura dei lavori, dopo i doverosi saluti e ringraziamenti agli intervenuti e alla famiglia Polcaro della C.E.S.A.R., è stata un arrivederci a breve del Museo Civico alle prossime iniziative per conoscere Albano.

 

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